La Via Benedicti in Sabina
Da Fara in Sabina a Concerviano, passando per Torri in Sabina, Contigliano, Rieti e Micigliano.
Scopriamo l'altra faccia della fede in Sabina, quella della regola di San Benedetto, un monaco che prima ancora di San Francesco disegnò il futuro della religiosità di questi territori, ponendo le basi per la costruzione di una serie di edifici in cui religiosi e fedeli potessero raccogliersi in preghiera ispirati dall’incredibile bellezza di questi luoghi dal fascino incantato. Un viaggio che inizia dalla mitica Abbazia di Farfa, a Fara in Sabina - alle porte della Capitale – per raggiungere l’Abbazia di San Salvatore Maggiore a Concerviano, all’inizio della zona del Cicolano, quasi al confine con l’Abruzzo, passando per le abbazie di Vescovio, Contigliano, Rieti e Micigliano.
Fara in Sabina
Il nostro tour sulle tracce di San Benedetto in Sabina inizia dall’Abbazia di Farfa, a Fara in Sabina, favoloso esempio di architettura monastica benedettina, fra i più importanti in Italia, che sorge nel cuore della valle del fiume Farfa, sulla sponda destra del Tevere. La raggiungiamo in mezz’ora da Roma, prendendo l’uscita Fiano Romano dall’A1 e poi la Via Farense. Circondata da boschi e da vallate di ulivi ci appare come un luogo incantato in cui il tempo sembra essersi fermato. Intorno al monastero, a cui è annessa una splendida chiesa, la Basilica di Santa Maria di Farfa, e una grandiosa biblioteca fra le più interessanti e fornite d’Europa che ospita la sezione medievale del Museo Archeologico di Fara in Sabina, si sviluppa il borgo antico. Il borgo di Fara è costituito da piccole viuzze e antiche botteghe in cui si respira un’atmosfera antica e una sensazione di pace assoluta.
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Torri in Sabina
Dal borgo di Farfa ci muoviamo verso la SS 313 Ternana che percorriamo in direzione nord per circa 27 km fino a raggiungere la splendida Cattedrale di Santa Maria della Lode di Vescovio, nel comune di Torri in Sabina. Un capolavoro d’arte e di architettura immerso nella verdeggiante natura della valle del torrente L’Aia, affluente del Tevere, ubicata a pochi metri da un importantissimo sito archeologico di epoca romana, il Forum Novum.
Contigliano
Riprendiamo la strada statale Ternana per giungere in una ventina di minuti al borgo medievale di Contigliano, alle porte della Valle Santa, territorio tanto caro a San Francesco di Assisi. Qui, a metà strada con il borgo di Greccio, “città del primo presepe” e tappa fondamentale del Cammino di San Francesco, troviamo una traccia importante della Via Benedicti: l’Abbazia di San Pastore, su Via Terni.
Adagiato in cima a una vallata tra campi di girasoli e distese di papaveri, l'antichissimo complesso monastico domina dall'alto la Piana Reatina, di fronte alla maestosità del Monte Terminillo. Costruita nel 1264 dai monaci su ordine di San Bernardo, l'abbazia ha un'architettura tipicamente cistercense, nella piatta, l'altezza della struttura, il decoro, lo spessore dei muri, la suddivisione razionale e funzionale degli spazi, realizzati così come detta il capitolo 66 della Regola di San Benedetto. Oggi l'Abbazia è proprietà privata e quindi adibita all’organizzazione di eventi. Tuttavia è possibile visitarla gratuitamente contattando i proprietari. L’ingresso è in fondo a una stradina sterrata che si raggiunge da Spinacceto, girando a sinistra all’inizio della strada Spinacceto-Greccio.
Se pensate di fare una pausa e trattenervi in questi meravigliosi luoghi un giorno in più vi suggeriamo di soggironare presso la Locanda Bellarmino
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Rieti
Torniamo sulla superstrada Terni-Rieti per raggiungere - , alle porte di Rieti - il Monastero di San Benedetto, ubicato in piazza della Chiesa, nella località di San Benedetto. L’attuale assetto barocco non è altro che il risultato di numerosi restauri che trasformarono l’antichissima e preesistente chiesa di Sant’Agata d’Arci, risalente al 761, in quella che è oggi un cenobio femminile. La chiesa annessa al convento, restaurata nel 1500, custodisce al suo interno uno degli organi storici di Rieti, un Dom Bedos Roubo, come quello conservato nella Chiesa di San Domenico, nel cuore del centro storico del capoluogo.
Micigliano
Penultima tappa del nostro tour benedettino è Micigliano, microscopico paesino dell’Alta Valle del Velino, fra Rieti e Amatrice, poco dopo il borgo di Antrodoco. Lo raggiungiamo prendendo la via Salaria in direzione L’Aquila. Poco prima dell’indicazione per salire nel centro abitato, sulla destra, lungo la strada, scorgiamo immersa in una verde vallata, un’imponente abbazia dalle linee facilmente riconoscibili. Si tratta dell’Abbazia Benedettina dei Santi Quirico e Giulitta, ubicata nelle vicinanze del greto del fiume Velino e fondata nel X secolo. Incendiata nell’XI secolo e poi ricostruita nel XII ebbe un ruolo di fondamentale importanza per lo sviluppo del tessuto agricolo e sociale di questa porzione di Sabina. Purtroppo anni di incuria e trascuratezza hanno reso irrecuperabili gli interni che ospitano oggi un albergo diffuso, mentre è ancora ben conservata l’architettura esterna caratterizzata dall’antico assetto fortificato, cinto da mura con un imponente campanile utilizzato in passato anche come torre d’avvistamento, considerata la sua posizione strategica sulla via del Sale.
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Concerviano
Prendiamo, infine, la SR 578 Salto Cicolana e proseguiamo sulla SP 67 in direzione Concerviano. Ai piedi del borgo, arroccato su uno sperone di roccia del Monte Latenano, a 18 km da Rieti, si erge in tutto il suo splendore l’ultima abbazia benedettina del nostro viaggio, l’Abbazia di San Salvatore Maggiore, totalmente avvolta in un ambiente naturale unico, caratterizzato dal verde scurissimo dei boschi che segnano il confine con l’Abruzzo, tra Concerviano e Longone Sabino. Attualmente il complesso monastico è in fase di restauro, possiamo tuttavia rivolgerci agli uffici del Comune per ottenere il permesso di visitarla. Fondata dai monaci dell’Abbazia di Farfa, costruita sui resti di una sontuosa villa romana nel 735 per essere un’abbazia “imperiale”, in periodo di pieno dominio longobardo. Fu successivamente incendiata dei soldati saraceni, per poi essere ricostruita nel secolo successivo. Composta da un edificio a forma di quadrilatero, originariamente costruito in stile romanico o bizantino, e dotata di una chiesa esterna dall’architettura altomedievale con torre campanaria, di un cortile interno e di due torrioni sul lato occidentale, copre una superficie totale di 4.180 mq.
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